Energia, la “rivincita” delle imprese che hanno fatto l’efficientamento: “Risparmi tra il 10 e il 25%, ma per anni la pratica è stata snobbata”
I prezzi alle stelle spingono le aziende verso un’ottimizzazione dei processi produttivi che fino a ieri consideravano un “tema residuale”. Di effetto “dirompente” parla Matteo Zanchi, alla guida di una società che ottimizza i processi produttivi. “Nella nostra esperienza, anche interventi a basso investimento oggi possono portare a risparmi notevoli, con tempi di ritorno che il caro energia ha reso ancora più brevi”, spiega. Ma non sempre c’è la consapevolezza necessaria, compresa quelle di dati e strumenti già a disposizione delle imprese, come conferma il Politecnico di Milano nel suo ultimo report.
Prima la notizia cattiva: per troppo tempo una parte consistente del nostro sistema produttivo ha considerato un tema residuale l’efficientamento energetico dei processi produttivi. Ingenuità, supponenza o semplice disattenzione, poco importa. Perché gli attuali rincari le hanno trasformate in un fardello. Ma c’è anche una buona notizia: gli stessi rincari stanno diventando il motore del cambiamento. “Stiamo vivendo qualcosa di nuovo, di dirompente: i costi sono diventati il driver per eccellenza, con un forte aumento di richieste su che cosa si può fare ridurre i consumi”, spiega Matteo Zanchi, ad e tra i fondatori di Enersem, società nata come spin off del Politecnico di Milano che si occupa di monitoraggio, analisi ed efficientamento dei sistemi produttivi. Insomma, col gas alle stelle e possibili razionamenti alle porte c’è chi si scopre cicala e cerca di rimediare. Ma soprattutto sul fronte della valorizzazione dei dati, scrive l’Osservatorio Energy & Strategy del Politecnico nell’ultimo rapporto sull’efficienza energetica digitale, “la sensazione è che non vi sia ancora una sufficiente consapevolezza da parte degli operatori del mercato rispetto ai benefici derivanti dall’utilizzo di tali soluzioni”.